Il Green Pass per accedere a RSA e strutture sanitarie non ha fondamento scientifico e può favorire i contagi
L’Ordinanza del Ministero della Salute del 8 maggio 2021 (1) stabilisce che fino al 30 luglio 2022 l’ingresso di famigliari e visitatori in residenze sanitarie assistite e altre strutture sociosanitarie e socioassistenziali è consentito solo a coloro che siano in possesso della Certificazione verde Covid-19 (c.d. Green Pass). La certificazione si ottiene con la vaccinazione Covid-19 (validità 9 mesi), con l’avvenuta guarigione da Covid-19 (validità di 6 mesi dalla guarigione), oppure previa esecuzione con esito negativo di un tampone naso faringeo molecolare (validità 72 ore) o antigenico rapido (validità 48 ore).
La CMSi – Commissione medico-scientifica indipendente (https://cmsindipendente.it/) ha esaminato la letteratura scientifica disponibile sulla capacità dei vaccini Covid-19 di ridurre il contagio e la sua trasmissione (2), concludendo che l’efficacia vaccinale a distanza di mesi dall’ultima dose declina fino all’aumento di infezioni rispetto ai non vaccinati. È dunque possibile parlare dopo un certo lasso di tempo, quantificabile in pochi mesi e comunque inferiore rispetto ai 9 mesi previsti per la durata della certificazione da vaccino, di una vera e propria “efficacia negativa”, che rende del tutto paradossale non solo l’obbligo di una certificazione da vaccino per l’accesso alle strutture sanitarie bensì anche e soprattutto l’obbligo vaccinale nei confronti dei sanitari motivato da una presunta tutela dei loro assistiti.
I dati reali mostrano infatti che a distanza di mesi dall’ultima dose i vaccinati con almeno 3 dosi sono una fonte potenziale di infezione molto maggiore dei non vaccinati (3). Ciò mette per paradosso a maggior rischio proprio la platea di assistiti fragili che le leggi asseriscono di voler proteggere. Le nuove acquisizioni scientifiche dovrebbero portare al superamento di un obbligo che appare ormai del tutto privo di supporto di prove scientifiche e di significato, in particolare per situazioni e professioni considerate a maggior rischio di trasmissione, e le strategie adottate sinora andrebbero decisamente modificate. Ad esempio, in ambienti considerati ad alto rischio di trasmissione un tampone antigenico ogni 5-7 giorni darebbe garanzie di bassa contagiosità del tutto ragionevoli (ad esempio: 4-6) e comunque superiori a quelle fornite, allo stato delle conoscenze, da una vaccinazione ogni 6-12 mesi.
Di sfuggita, la guarigione da COVID-19 conferisce una buona protezione per molti mesi, probabilmente per oltre un anno e forse più (7), sebbene non siano a oggi disponibili studi sulla contagiosità dei rari casi di guariti reinfettati (peraltro presumibilmente bassa, considerando che nei guariti è presente un’importante componente immunitaria anche a livello delle mucose) (8). Al contrario, il completamento di un ciclo vaccinale, richiamo compreso, riduce il rischio di contagiarsi e contagiare altri soltanto per pochi mesi, e dunque ove per ragioni di sicurezza e salute pubblica si voglia ridurre il rischio di contatto con individui potenzialmente contagiosi, la misura più efficace è l’esecuzione di tamponi, eventualmente ripetuti a distanza di qualche giorno.
Per tutte queste ragioni, le norme che prevedono la Certificazione verde da vaccino per l’accesso alle residenze sanitarie assistite e alle strutture sociosanitarie e socioassistenziali non solo non sono efficaci bensì sono potenzialmente pericolose, ove implicitamente affermano che lo stato di vaccinato sarebbe per molti mesi una garanzia contro il rischio di contagiarsi e contagiare altri, questione ampiamente confutata da una vasta, solida e concorde letteratura scientifica.
Riferimenti
(1) https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_notizie_5476_0_file.pdf
(2) https://cmsindipendente.it/2022_04_24_reale_protezione_vaccinazione_covid
(3) Donzelli A. Nuove prove che la protezione dall’infezione si negativizza a distanza dall’ultima dose di vaccini a mRNA. In: Lettera di informazione non periodica dei NoGrazie, n. 103, Maggio 2022 - https://www.dropbox.com/s/zyxearva91d18xh/L103_Mag_2022.pdf
(4) Smith RL, Gibson LL, Martinez PP, Ke R, Mirza A, Conte M, Gallagher N, Conte A, Wang L, Fredrickson R, Edmonson DC, Baughman ME, Chiu KK, Choi H, Jensen TW, Scardina KR, Bradley S, Gloss SL, Reinhart C, Yedetore J, Owens AN, Broach J, Barton B, Lazar P, Henness D, Young T, Dunnett A, Robinson ML, Mostafa HH, Pekosz A, Manabe YC, Heetderks WJ, McManus DD, Brooke CB. Longitudinal Assessment of Diagnostic Test Performance Over the Course of Acute SARS-CoV-2 Infection. J Infect Dis. 2021 Sep 17;224(6):976-982.
(5) Schrom J, Marquez C, Pilarowski G, Wang CY, Mitchell A, Puccinelli R, Black D, Rojas S, Ribeiro S, Tulier-Laiwa V, Martinez J, Payan J, Rojas S, Jones D, Martinez D, Nakamura R, Chamie G, Jain V, Petersen M, DeRisi J, Havlir D. Comparison of SARS-CoV-2 Reverse Transcriptase Polymerase Chain Reaction and BinaxNOW Rapid Antigen Tests at a Community Site During an Omicron Surge : A Cross-Sectional Study. Ann Intern Med. 2022 May;175(5):682-690.
(6) Cosentino M. Vaccini e tamponi: chi rischia cosa? In: Di Blasi F. Pandemia: Invito al Confronto. Phronesis (5 maggio 2022), pp. 127-146.
(7) Kojima N, Klausner JD. Protective immunity after recovery from SARS-CoV-2 infection. Lancet Infect Dis. 2022 Jan;22(1):12-14.
(8) Sheikh-Mohamed S, Isho B, Chao GYC, Zuo M, Cohen C, Lustig Y, Nahass GR, Salomon-Shulman RE, Blacker G, Fazel-Zarandi M, Rathod B, Colwill K, Jamal A, Li Z, de Launay KQ, Takaoka A, Garnham-Takaoka J, Patel A, Fahim C, Paterson A, Li AX, Haq N, Barati S, Gilbert L, Green K, Mozafarihashjin M, Samaan P, Budylowski P, Siqueira WL, Mubareka S, Ostrowski M, Rini JM, Rojas OL, Weissman IL, Tal MC, McGeer A, Regev-Yochay G, Straus S, Gingras AC, Gommerman JL. Systemic and mucosal IgA responses are variably induced in response to SARS-CoV-2 mRNA vaccination and are associated with protection against subsequent infection. Mucosal Immunol. 2022 Apr 25:1-10.