18 maggio 2022
L’efficacia vaccinale a distanza di mesi dall’ultima dose declina fino all’aumento di infezioni rispetto ai non vaccinati.
La sorveglianza passiva comporta un’enorme sottostima delle reazioni avverse vaccinali, anche gravi.
Una memoria curata dalla Commissione Medico-Scientifica indipendente (CMSi), inviata alla Corte Costituzionale dal Presidente di un Albo dei Medici Odontoiatri, presenta prove determinanti contro l’obbligo per questi trattamenti sanitari
Mentre una parte delle restrizioni antiCOVID-19 è stata alleggerita dal 1° aprile, restano alcune fortissime limitazioni, tra cui l’obbligo di vaccinazione per i sanitari, con sospensione dal posto di lavoro e dall’Ordine professionale per chi non vi si attiene.
Nel frattempo, il Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA) per la Regione Siciliana (organo giurisdizionale di Regione Autonoma, di rango pari al Consiglio di Stato) a seguito di un ricorso ha sollevato la questione di legittimità costituzionale dell’obbligo di vaccinazione anti COVID-19 per il personale sanitario.
La CMSi, che ha fornito una parte delle argomentazioni scientifiche a sostegno della tesi del ricorrente, offre ulteriore supporto ai punti sollevati dal CGA della Regione Siciliana in una memoria, pubblicata sul sito www.cmsindipendente.it e qui allegata.
Tra i principali aspetti evidenziati nella memoria si cita:
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La non sicurezza dei vaccini e la gravissima sottostima delle reazioni avverse, che deriva in pratica solo da segnalazioni spontanee/sorveglianza passiva, su cui si basano i dati di Eudravigilance (sistema europeo di farmacovigilanza dell’EMA, che raccoglie informazioni dalle farmacovigilanze nazionali). Per quanto pesantemente sottostimati, i dati della sorveglianza passiva hanno già fatto esprimere preoccupazione al CGA.
In realtà, confrontando le reazioni avverse per 100.000 dosi di questi vaccini dichiarate nel Rapporto annuale AIFA con quelle ai vaccini a mRNA pubblicate nei rapporti di v-safe dei Centers for Disease Control/CDC USA, che hanno invece impiegato sorveglianza attiva, le reazioni avverse nel Rapporto annuale AIFA 2021 risultano 640 volte meno. Quanto alle reazioni severe, per paradosso, la sottostima è ancora maggiore. La sottostima riportata nell’11° Rapporto AIFA, aggiornato al 26 marzo 2022, è ancora più grave, non solo rispetto a v-safe dei CDC USA, ma anche rispetto alla sorveglianza attiva attuata negli studi clinici randomizzati controllati che hanno portato alla registrazione di questi vaccini.
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La protezione vaccinale dall’infezione, molto buona/buona trascorsi i primi 14 giorni dall’inoculo, però declina a distanza di mesi dalla 2a dose, fino ad azzerarsi e persino a invertirsi, nel senso che i soggetti completamente vaccinati diventano addirittura meno protetti dall’infezione rispetto ai non vaccinati. Tale paradossale evoluzione risulta accelerata con la variante Omicron, con i bambini e nei confronti degli asintomatici. il Dott. Alberto Donzelli, membro della CMSi, osserva: “La 3a dose fa risalire la protezione dall’infezione ai livelli iniziali, ma alcune ricerche mostrano che il declino successivo è persino più rapido, come ancor più rapido sembra quello che segue alla 4a dose o secondo booster”.
Inoltre, la serie dei dati inglesi di confronto in otto classi di età dei vaccinati con i non vaccinati (per 100.000) mostra che nella settimana 36 del 2021 i vaccinati con due dosi avevano nell’insieme meno infezioni (diagnosi di casi positivi) rispetto ai non vaccinati. In seguito, però, i tassi d’infezione nei vaccinati aumentavano, fino a superare nell’insieme quelli dei non vaccinati nella settimana 43. In un crescendo continuo, nella settimana 13 del 2022 i vaccinati con 3 dosi arrivavano a registrare nell’insieme 3,15 volte più infezioni dei non vaccinati. Limitando il confronto alle classi di età lavorative 18-69 anni (comprensive dei lavoratori della Sanità) i vaccinati con 3 dosi mostravano oltre 4 volte più infezioni dei non vaccinati, documentando la paradossale irrazionalità di un obbligo vaccinale per i sanitari, controproducente ai fini della “tutela degli assistiti”. A quel punto l’UK Health Security Agency ha interrotto le pubblicazioni della tabella che riportava la sequenza settimanale dei dati.
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La CMSi ritiene pertanto che venga meno il primo requisito che aveva posto la Corte Costituzionale nella storica sentenza 258 del 1994 per legittimare un trattamento sanitario obbligatorio: “che sia efficacemente diretto a preservare anche lo stato di salute degli altri”. A medio e lungo termine, vaccinazioni ripetute sembrano persino controproducenti a tale scopo.
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In base ai dati ufficiali dell’Istituto Superiore di Sanità, inoltre, “si rileva una preoccupante associazione delle campagne vaccinali nei confronti di bambini e adolescenti con successivi picchi di casi gravi di COVID-19, sia nei maschi che nelle femmine italiani” segnala il Dott. Eugenio Serravalle, pediatra membro della CMSi.
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La pressione a favore della vaccinazione dei guariti (protezione ibrida) va vista nella prospettiva del beneficio aggiuntivo, minimo in valore assoluto. Una ricerca su oltre 5 milioni di Svedesi ha mostrato infatti che la protezione da infezione naturale si mantiene molto buona per almeno 20 mesi. Il valore aggiunto di vaccinazioni successive (follow-up di 9 mesi) si limita a 1 caso di infezione in meno ogni 767 individui vaccinati con 2 dosi (Svezia) od ogni 2.000 individui vaccinati con una dose (Israele). Quanti soggetti a rischio medio riterrebbero vantaggiosa la somministrazione di 1.500-2.000 dosi di vaccino per risparmiare un’infezione?
Nell’era di Omicron le reinfezioni, anche dei guariti e dei vaccinati, risultano più frequenti che con le precedenti varianti, ma le infezioni da Omicron sono comunque assai più miti, anche nei non vaccinati, e nei guariti danno di regola luogo a casi lievi, più benigni rispetto alla prima infezione.
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Queste e altre importanti informazioni, contenute nella memoria indirizzata alla Corte Costituzionale, rafforzano in parallelo la richiesta della CMSi di un tavolo di confronto scientifico, che era stata avanzata al CTS già nel 2021. Oggi che il CTS è stato sciolto, resta comunque la richiesta di un confronto scientifico urgente, rivolta al Ministero della Salute e ai suoi organi tecnici, a partire dai Presidenti dell’Istituto Superiore di Sanità, del Consiglio Superiore di Sanità e dell’Agenzia Italiana del Farmaco.
Per la Commissione Medico-Scientifica indipendente (CMSi):
Dott. Alberto Donzelli - specialista in Igiene e Medicina preventiva, in Scienza dell'Alimentazione, già membro Consiglio Superiore di Sanità, Presidente Fondazione Allineare Sanità e Salute
Prof. Marco Cosentino – Professore Ordinario di Farmacologia all’Università degli Studi dell’Insubria
Prof. Giovanni Frajese – specialista in Endocrinologia, Professore Associato all’Università di Roma, Foro italico
Dott.ssa Patrizia Gentilini – specialista in Oncologia e in Ematologia, Comitato scientifico Fondazione Allineare Sanità e Salute
Dott. Eugenio Serravalle – specialista in Pediatra e Presidente dell’Associazione Studi Scientifici e Informazioni sulla Salute
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Dott. Sandro Sanvenero - Presidente Commissione Albo Odontoiatri di La Spezia, già componente del Comitato Centrale della FNOMCeO